Simulacro dei Santi Martiri Alfio Filadelfo e Cirino
Storia dei Santi

Perchè si festeggia anche ad Adrano?

E’ una domanda che molti si sono posti e che ancora in tanti si pongono ma, come dice Cosimo Lazzaro, 84 anni e ben portati, lui la festa se la ricorda da sempre.

Come se la ricorda anche la sig.ra La Manna, 86 anni, che padre Francesco Valastro portava lei e tante altre giovanette in processione per la festa.

 

Ebbene si festeggiano ad Adrano perché sono custoditi Tre frammenti di Reliquie dei Santi Fratelli.      

 

Le notizie che possediamo sulla vita, sul martirio e le reliquie dei tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, il cui culto è molto diffuso in quasi tutta la Sicilia Orientale fin dall'alto medioevo, sono tutte contenute in un manoscritto, che si compone di più parti e alla fine della terza parte si chiude con questo periodo, ovviamente in greco: "Con l'aiuto di Dio venne a fine il libro dei SS. Alfio, Filadelfo e Cirino, scritto per mano del monaco Basilio". Il prezioso scritto si conserva nella Biblioteca Vaticana, segnato col numero 1591, proveniente dal monastero di Grottaferrata, nei pressi di Roma.

 

Altre notizie sono attinte dal testo: “Acta Sanctorum – Cultus Sanctorum apud Graecos e Siculos” con il titolo: “De Sanctis Martyribus Alphio, Philadelpho, Cyrino – Leontinis in Sicilia"; volume conservato presso la Biblioteca Nazionale Francese. 

 

Ma ecco in sintesi la storia delle Reliquie: Dopo il martirio subìto a Lentini dai Santi Fratelli i loro corpi furono custoditi con grande devozione nella stessa Lentini fino all'anno 627 quando, per l'invasione della Sicilia da parte dei Saraceni, Costantino (greco di nascita) Vescovo di Lentini e insieme Abate del convento dei Basiliani di S. Filippo di Fragalà in provincia di Messina, si rifugiò in quel convento portando con sè i corpi dei Tre Martiri.

In seguito all'avanzare dei Saraceni, lo stesso Costantino trasferì le Reliquie nel convento di Alunzio nascondendole in alcune grotte sotterranee di cui si persero le tracce dopo la distruzione della stessa Alunzio da parte dei Saraceni.

Dopo l'anno 1000, avvenuta la liberazione della Sicilia dai Saraceni per opera del Conte Ruggero, le Reliquie furono ritrovate durante la costruzione di San Fratello racchiuse in casse di ferro con gli atti del martirio manoscritto in greco in una pergamena e portate ai Basiliani di Fragalà che dettero una porzione delle ossa di San Filadelfo alla nuova città che perciò fu chiamata San Fratello.

 

Intanto le Reliquie furono murate sotto l'arco di una chiesa accanto al Convento e in seguito se ne persero le tracce per la successiva rovina della Chiesa.

Nel 1387 furono ritrovate durante i restauri di detta chiesa, furono di nuovo murate sotto un altare e di nuovo se ne perdette la memoria. Il 22 settembre 1516 le Reliquie vennero di nuovo ritrovate ed esposte solennemente alla venerazione dei fedeli, dopo aver segato le tre calotte craniche che vennero donate al Monastero del SS. Salvatore di Messina dove risiedeva l’Archimandrita dei basiliani.

 

Il 31 agosto del 1517 i lentinesi, saputo del loro rinvenimento, impossibilitati ad ottenerle pacificamente, assaltarono con una poderosa squadra di cavalieri il convento di Fragalà e si impadronirono con la forza delle Reliquie riportandole a Lentini con solennità.

 

I cavalieri, nel tragitto dal convento di Fragalà a Lentini, 1° settembre, facendo le trazzere delle pendici dell'Etna, fermatisi per una breve sosta presso la chiesa di Santa Domenica sul fiume Simeto del comune di Adernò, donano al parroco, per la sua devozione, tre frammenti di Reliquie dei Tre Fratelli affinchè potesse continuare a divulgarne la venerazione. Detta chiesa era di proprietà del Monastero delle Benedettine (di Santa Lucia) che fino a metà del XVI secolo si trovava dov’è l’attuale chiesa di Sant’Alfio riedificata dopo gli eventi bellici, negli anni ’60.

 

Da quanto detto, in tanti ancora si chiedono: ma allora perché per gli adraniti è chiamata “a fista di carrittiri e di lapari”? Ebbene si deve proprio a qualcuno di loro che, nel dopoguerra, ha messo a disposizione la “carretteria” per custodire i simulacri dove padre Francesco Valastro, rettore della chiesa del SS. Salvatore, celebrava la S.Messa.

 

Attualmente la festa si svolge la penultima Domenica di Maggio sempre con maggior devozione e con un’apposito fercolo che, dal 1997, sostituisce la carrozza, il carretto e il camion e dal 2004 viene tirato dai devoti vestiti con il sacco bianco, in segno di purezza, e con il cingolo e lo zuccotto rossi in segno del martirio.

 

Sono già 489 anni da quel 1° settembre 1517 e perpetuandosi nel tempo gridiamo Viva Sant’Alfio.

 

Stampato in Adrano nel 2006

con devozione

‘u mastru ‘i vara

Luigi La Mela

 

Sant'Alfio Adrano

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Autore: lame

Pubblicato: 2011-10-15 13:12:45

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